Capita spesso di dover riconoscere quanto siamo “ignoranti” in questa o quella materia (nel senso letterale del termine, in quanto ignoriamo, o non sappiamo; senza offesa per nessuno). Ebbene anche l'altra sera, in occasione dell'incontro- dibattito sul tema "Strade e luoghi di paese. Ogni nome una storia da conoscere", forse più di uno dei tanti presenti ha dovuto riconoscere di non sapere e ha imparato qualcosa che non conosceva prima in materia di toponomastica storica e attuale, con implicazioni che vanno dalle impegnative e necessarie ricerche storiche per conoscere origini e significati dei toponimi, alla spesso imperfetta e discutibile cartellonistica- segnaletica stradale sulla quale toponimi antichi e moderni vengono riportati .
L'incontro si è svolto a Villa Smeraldi - Museo della Civiltà contadina, a cura del Gruppo di Studi pianura del Reno, in collaborazione con l'Istituzione Villa Smeraldi e Provincia di Bologna, ed ha beneficiato del contributo di esperienza e conoscenza di vari relatori , rappresentanti di istituzioni e studiosi di storia locale, autori di ricerche in materia di toponomastica.
A portare il saluto della Provincia di Bologna è intervenuta la dott.ssa Dede Aureli, Responsabile del Servizio Cultura della Provincia , in sostituzione e rappresentanza dell'Assessore alla Cultura Simona Lembi, che è stata trattenuta da imprevisto e non derogabile impegno istituzionale. Tra l'altro, a proposito di intitolazioni di strade , la dott.ssa Aureli ha fatto rilevare come siano poche quelle dedicate a donne: una lacuna che andrebbe colmata con le future denominazioni di strade nuove .Molto apprezzate le informazioni fornite dalla prof. Angela Donati , presidente della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna, una istituzione nata nel 1860, subito dopo l'Unità d'Italia, che ha conservato denominazione e competenza territoriale originarie e che è tuttora operativa e regolamentata da una legge del 1927 mai abrogata . In base a questa legge spetta alla detta Deputazione esprimere un parere di approvazione o disapprovazione sulle denominazioni di strade, targhe commemorative e qualsiasi dedica scritta esposta su edificio o luogo pubblico, che venga proposta e approvata dalle Giunte dei Comuni, prima della finale e necessaria autorizzazione da parte della Prefettura. Insieme al parere della Deputazione di Storia Patria, la Prefettura deve sentire anche il parere della Soprintendenza ai Beni Architettonici.
Oltre a questi chiarimenti sulla procedura burocratico-istituzionale, la prof. Donati ha fornito anche alcune indicazioni sui criteri adottati nella formulazione dei pareri. Criteri molto semplici - ha detto- che cercano di tenere conto della realtà di ogni territorio, mantenendo il più possibile la toponomastica antica , che è l'espressione della realtà storica di ogni località e comunità . Cerchiamo di evitare - ha detto ancora - cambiamenti di denominazioni perché comportano problemi enormi, spese, e tutte le complicazioni che derivano dal cambio di indirizzo in tutti i documenti di identità, catastali, fiscali e altri.
Molto stimolante è stato l'intervento dello scrittore Maurizio Garuti, che ha messo il dito sulla piaga della segnaletica stradale, mostrando le foto di vari cartelli notati nei comuni delle nostre zone ed evidenziando i tanti errori di forma e di sostanza compiuti nella scrittura di nomi e cognomi dei personaggi e degli eventi storici ai quali sono intitolate le strade: uso improprio di lettere minuscole e maiuscole, di preposizioni articolate inopportune, cognomi non accompagnati da nome scritto per intero che rendono impossibile l'identificazione del personaggio a cui si riferiscono, mancanza di una didascalia sotto la denominazione che indichi la qualifica del personaggio e il periodo in cui è vissuto in modo da fornire almeno un minimo di informazione ed evitare che ci si debba chiedere troppo spesso: ”Chi era costui?”, o di scambiare “G. Morandi” (il defunto pittore Giorgio) per il vivente cantante Gianni Morandi ( e di regola, non sempre rispettata, per avere la dedica di una strada bisognerebbe essere morti da almeno 10 anni ).
Con certi cartelli quasi da umorismo involontario che si vedono in giro - ha commentato Garuti- non si rende certo un buon servizio alla informazione del cittadino, e non si rende nemmeno onore e rispetto alla memoria delle persone meritevoli alle quali pure si son volute dedicare strade e piazze.
C'è chi ha fatto rilevare che una norma del Codice Stradale vieta di inserire sui cartelli stradali dati che non siano strettamente necessari alla individuazione della via. Ma si tratta di norma evidentemente di non chiara interpretazione perché di fatto in città e in qualche comune della provincia ci sono cartelli in cui nome e cognome sono scritti correttamente per esteso, con sottostante scritta didascalica in piccolo carattere che non disturba certamente la visibilità e la individuazione della via per l'automobilista e il passante anche frettoloso.
Ha riportato il discorso sullo studio della toponomastica come ricerca storico-linguistica, il prof. Renzo Zagnoni, presidente del Gruppo di Studi Alta Valle del Reno , la veterana associazione culturale dell'area collinare a cui si è ispirato il Gruppo di Studi della pianura del Reno nell'atto della sua recente costituzione. Presenza quindi gradita e apprezzata per suggellare un rapporto di collaborazione, da maestro ad allievo, che si è evidenziato anche in questa occasione. Infatti Zagnoni ha illustrato la sua esperienza di ricerca , condotta insieme a Piero Balletti e ad altri per conto della rivista "Nueter" nell'arco di oltre 5 anni, che ha prodotto il “Dizionario toponomastico del Comune di Granaglione”, pubblicato nel 2001. Esempio che, per ampiezza di ricerca storica e completezza dei dati raccolti , è stato il primo e forse ancora oggi resta l'unico realizzato nella nostra Regione con questa impostazione (vedi anche l'articolo alla voce "Recensioni e segnalazioni" della sezione "Biblioteca sociale").
Non si tratta infatti di un semplice stradario storico, ma di uno studio approfondito del territorio in tutti i suo aspetti, condotto da una squadra di ricercatori che lo hanno percorso metro per metro, armati di un questionario da sottoporre agli abitanti di ogni casa sparsa nelle varie frazioni del comune di Granaglione, alla ricerca di ogni traccia di memoria di detto popolare, nome o soprannome dialettale, di località, casa, campo, stradello, ruscello , fosso o fontana. Ne è venuto fuori un vero e proprio dizionario che elenca in ordine alfabetico tutti i toponimi rilevati, corredati da tutte le informazioni su localizzazione, significati , storie correlate, fonti di documentazione. E al volume sono allegate due preziose carte topografiche che riproducono il territorio del comune , su cui sono indicati al punto giusto tutti i toponimi trovati.
Lavoro di ricerca analogo sta conducendo la prof. Valeria Monari che ne ha riferito al convegno, spiegando il metodo adottato per coordinare un gruppo che sta battendo palmo a palmo, anzi quadrato cartografico per quadrato, con interviste e schede, il territorio di Castel di Casio; altrettanto si è iniziato a fare per Porretta Terme . Lavoro non facile, che richiede tento tempo e pazienza; ma che la Monari si sente fortemente motivata a portare avanti, per recuperare, prima che scompaiano, memorie storiche di un ambiente naturale e sociale in cui hanno vissuto le famiglie da cui discendiamo e che non è giusto vengano cancellate . Da queste ricerche emerge una miniera di informazioni che spaziano dalla storia locale alla idrologia, dalla geologia alla linguistica.
Nel sottolineare l'importanza del lavoro di ricerca svolto e in corso, Zagnoni ha colto l'occasione per esprimere il suo rammarico per il fatto che la Provincia ha recentemente annullato la convenzione che legava le Associazioni culturali della collina e della montagna alle Fondazioni bancarie bolognesi , tramite l'Assessorato alla Cultura della Provincia stessa. Convenzione che ha permesso negli anni scorsi il finanziamento della pubblicazione del “Dizionario toponomastico di Granaglione” e di altri volumi frutto delle pluriennali e onerose ricerche compiute a titolo gratuito dagli studiosi locali. Ora, senza il sostegno economico delle Fondazioni, la pubblicazione degli studi sarà praticamente impossibile.
Giulio Reggiani ha presentato il libro “Strade, piazze , giardini e...” , pubblicato nel dicembre scorso, e frutto delle sue ricerche condotte insieme a Dino Chiarini , per raccontare, via per via, tanta storia di Malalbergo. Anche Reggiani ha sottolineato l'esigenza di approfondire lo studio e la ricerca per chiarire tanti aspetti storici e linguistici della toponomastica locale e informarne i cittadini. Dal loro lavoro è nato quindi uno stradario storico di facile lettura e consultazione , che si è avvalso anche di memorie raccolte tra le persone più anziane del luogo e della collaborazione del Comune (oltre che di uno sponsor per la pubblicazione. Vedi anche la nota sul libro nella rubrica “Recensioni e segnalazioni”, su questo sito, n.d.r.).
L'assessore alla cultura del Comune di Galliera, Rossella Baroni, ha riferito dell'impegno del suo Comune per favorire la ricerca storica anche in materia toponomastica, avvalendosi in particolare del lavoro di Franco Ardizzoni che sta preparando i testi di un piccolo dizionario toponomastico che viene pubblicato a puntate sulla Rivista “Galliera, uomini fra terra, lucciole e stelle”. Un periodico questo , nato solo qualche anno fa, edito dal Comune col patrocinio della Pro loco, che si propone di scoprire e far conoscere il patrimonio di informazioni, testimonianze e valori nascosti tra le case, le strade, gli antichi borghi di un Comune che ha un passato importante e , per varie vicende, un nome conosciuto anche in luoghi lontani del mondo.
Il dottor Tullio Calori, medico ed ex sindaco ora in pensione, da sempre appassionato cultore di memorie locali e autore del libro “Molinella passo passo” , pubblicato nel 1992 , ha spiegato come la toponomastica di tutte le frazioni di questo comune sia in gran parte derivata da presenza e vicende locali legate alle acque e quindi come e perché i toponimi di antica formulazione siano in gran parte “idronimi”. Poi, - ha ricordato Calori - dal periodo napoleonico e soprattutto dopo l'Unità d'Italia e fino ai giorni nostri, è subentrata la consuetudine di attribuire le intitolazioni a nomi e fatti “esogeni”, di storia o attualità politica legata alle simpatie del momento; e quindi è capitato anche che a strade e piazze fosse cambiato il nome due o tre volte nel giro di pochi decenni o anni. Con la confusione che si può immaginare. Consuetudine alla quale quando era sindaco ha cercato di sottrarsi, prediligendo la toponomastica storicamente più giustificata e disponendo anche perché sui cartelli stradali ci fossero quelle indicazioni minime di cui si è detto prima.
Giuseppe Sitta , insegnante e studioso delle vicende storiche di Cento, ha raccontato la sua esperienza di studio e ricerca sulle origini delle denominazioni delle strade di Cento, iniziata qualche anno fa e sfociata in una raccolta di annotazioni su tutta la casistica che si riferisce alla vita delle strade e sulle strade (vedi articolo a parte con sue osservazioni introduttive alla ricerca, in attesa di pubblicazione).
Gian Paolo Borghi, Direttore del Centro Etnografico Ferrarese e autore o promotore di numerose pubblicazioni con riferimenti anche alla toponomastica, qui in veste di moderatore dell'incontro, ha ricordato l'importante impegno profuso in questo campo di ricerca dalla provincia di Trento che vanta i primi e più qualificati studi e pubblicazioni in materia; mentre nella nostra Regione ha riconosciuto il ruolo di leader ai Gruppi di studio della montagna bolognese. Oltre al valore delle esperienze qui rappresentate, Borghi ha citato il caso di Gaggio Montano, dove si sta impiantando lungo le strade da Marano a Silla, una cartellonistica locale che indica la denominazione storica di ogni antica casa (o Ca'); denominazione evidentemente frutto di lunghe e minuziose ricerche.
Valerio Gualandi, nel suo ruolo di sindaco , prima di Argelato e ora di S. Giorgio, ha spiegato che talvolta le scritte che compaiono sui cartelli non corrispondono esattamente a quanto era stato proposto e approvato dagli amministratori e dagli organi competenti. A volte succedono disguidi o incomprensioni con gli esecutori materiali dei cartelli, che costringono anche a dover rifare i cartelli stessi. Gualandi ha infine proposto di dare un seguito concreto agli stimoli emersi dal convegno, invitando il Gruppo di Studi della pianura a trovare il modo di diffondere la documentazione fotografica raccolta da Maurizio Garuti per far riflettere e sollecitare tutti i responsabili che intervengono sulla segnaletica pubblica ad una maggiore attenzione per evitare di cadere in errori simili a quelli rilevati.
Alla sottoscritta presidente del Gruppo di Studi non è restato che ringraziare tutti i relatori per l'importante contributo alla conoscenza offerto con i loro interventi, esprimendo la sua soddisfazione nel riscontrare l'interesse suscitato dall'argomento. Fin dal suo sorgere è sempre stato nei programmi dell'Associazione realizzare un convegno per promuovere la ricerca storica e lo studio dei vari aspetti della toponomastica e sollecitare la pubblicazione degli studi che in ogni comune si vorrebbe veder condotti. Qualche passo è stato fatto , qualche seme è stato gettato. Si spera di vedere in futuro altri buoni frutti.
Magda Barbieri
Le foto dei relatori del convegno sono del vicepresidente Mauro Fizzoni
A destra il dottor Tullio Calori. Sotto: il pubblico
Scritto in Convegni | Museo della Civiltà contadina S. Marino di Bentivoglioinvia ad un amico | letto 5974 volte
Inserito da redazione il Ven, 2007-03-23 05:56